farmacista con anzianafarmacista33.it - Nasce l'Osservatorio sulle cure di prossimità, iniziativa promossa da Fondazione Cannavò ed Edra con Fofi, Federfarma, Fnomceo, Fimmg, Sifo, Assofarm, Fenagifar e Cittadinanzattiva oltre che di Università Bocconi
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza dà 7 miliardi a case ed ospedali di comunità e centrali ospedaliero territoriali. Ma per far funzionare le nuove strutture, le figure del territorio - 70 mila farmacisti di comunità in 20 mila farmacie, farmacisti ospedalieri, 50 mila medici di medicina generale, e in prospettiva 5 mila pediatri di libera scelta -devono imparare ad interagire. Per prepararli, anche ascoltando i cittadini, nasce un Osservatorio sulle cure di prossimità, iniziativa promossa da Fondazione Cannavò ed Edra con la Federazione degli Ordini dei Farmacisti-Fofi e la collaborazione di Federfarma, Fnomceo, Fimmg, Società italiana farmacia ospedaliera, Assofarm, Fenagifar e Cittadinanzattiva oltre che di Università Bocconi. 


Con sanità territoriale efficiente migliora qualità delle cure ospedaliere
L'Osservatorio - Dei questionari valuteranno periodicamente le posizioni degli attori del territorio sull'andamento dei servizi di prossimità, per trarre spunti da presentare ai decisori a valle dei finanziamenti del PNRR e del "Decreto Ministeriale 71" sugli standard assistenziali. «Migliorando la sanità territoriale si migliorano efficienza e qualità delle prestazioni ospedaliere. Al contrario, se insoddisfatte - dice Luigi D'Ambrosio Lettieri presidente della Fondazione - le domande di salute dei cittadini si riversano sull'ospedale: lo dimostrano i numeri imponenti dei codici bianchi che si presentano ai Pronto soccorso, una pressione che rischia di generare prestazioni inappropriate. Altro aspetto da considerare è la cronicità che assorbe circa il 70% del Fondo sanitario nazionale». Marcella Marletta coordinatrice del comitato scientifico della Fondazione Cannavò ricorda come, dopo anni di sottofinanziamento, il nuovo DM 71 abbia preso, recentemente del ruolo dei farmacisti territoriali, preposti ad offrire esami e servizi di telemedicina. E aggiunge: «Ora che i fondi del PNRR sono stati assegnati, va verificato se si stiano concretizzando i servizi annunciati, servizi che dovrebbero trasformarsi in comportamenti virtuosi, sui quali a sua volta l'Osservatorio sarà preposto a monitorare le attitudini degli attori del servizio sanitario e dei pazienti». 
Mandelli: farmacia dei servizi e vaccini porte aperte verso il futuro 
Andrea Mandelli presidente Fofi e vicepresidente della Camera, plaude all'iniziativa e ribadisce come, specie per i giovani farmacisti, due nuovi compiti - farmacia dei servizi e prevenzione vaccinale - siano porte aperte verso il futuro. Per Giovanni Zorgno commissione nazionale Ecm e Fofi, il parere dei cittadini servirà a costruire i contenuti dell'offerta formativa ECM per il triennio 2023-25. «Negli ultimi 3 anni -ricorda-per consolidare la formazione abbiamo optato per eventi formativi d'area interprofessionale». «I questionari copriranno le diverse aree geografiche del paese - dice Alfredo Procaccini vicepresidente Federfarma -e contingenze come la vicinanza a centri commerciali, a scuole, zone residenziali ci aiuteranno a vedere dove il paziente ha più bisogno della farmacia, di quali servizi c'è bisogno, come l'utenza possa evitare di recarsi nelle Case di comunità là dove può trovare risposte sotto casa». Per Venanzio Gizzi presidente Assofarm, dopo le vicende della pandemia, «la riforma della sanità territoriale deve coinvolgere le varie categorie, evidenziando le eccellenze così da individuare modelli equilibrati di accesso alle cure in tutto il paese». «Il farmacista ospedaliero ha rivestito un ruolo centrale nel conservare, allestire, distribuire vaccini, anche presso i medici di famiglia- dice Arturo Cavaliere presidente Sifo- e può dare un contributo a collegare Case di comunità, dipartimenti di cure primarie e medicina territoriale». Carolina Carosio presidente Fenagifar sottolinea il ruolo dei dati nell'attualizzare la formazione già fatta nei due anni di pandemia e l'importanza di condividere gli apprendimenti tra gli attori della sanità del territorio. 
I medici: standard servizi uniformati sul territorio 
Per Pierluigi Bartoletti medico di famiglia vicesegretario Fimmg e membro comitato scientifico Fondazione Cannavò, l'Osservatorio dovrà non solo indicare problemi ma anche formulare proposte: «Al 2026 - dopodomani - dovremo essere pronti a partire; l'osservatorio dà alcuni indicatori, oggi di carenza, domani di processo, per infondere cultura e motivazione agli operatori». Bartoletti segnala poi le troppe differenze tra regioni: «Se definiamo che farmacia dei servizi e medicina generale siano livelli d'accesso ai servizi, gli standard vanno uniformati da Nord a Sud. Si deve in ogni caso evitare di arrivare al 2026 con dati negativi». Erika Mallarini, SDA Bocconi, sottolinea che «il nuovo Osservatorio sulle cure di prossimità non nasce per individuare bisogni già chiari, ma per suscitare cambiamenti, senza i quali - per assurdo - anche investire in telemedicina potrebbe non aiutare a liberare i pronti soccorso dai codici bianchi. Noi abbiamo un problema di integrazione e multidisciplinarità: l'organismo, che si basa su una cultura di inclusione (Mallarini cita le strutture che si occupano di assistenza sociosanitaria ndr), valuterà con i diversi player ciò che sembra funzionare e ciò che non va». 
I cittadini: Pnrr mette al centro assistenza domiciliare e telemedicina 
«Al Ssn giungono richieste focalizzate su criticità nell'accesso ai servizi e nell'erogazione dell'assistenza territoriale», afferma Anna Lisa MandorinoSegretario generale di Cittadinanzattiva. «Il Pnrr va nel verso giusto mettendo al centro assistenza domiciliare e telemedicina, ma Case ed ospedali di comunità ed Adi estesa le avremo a regime nel 2026 e invece dobbiamo garantire assistenza ed accesso già oggi, altrimenti c'è il serio rischio di togliere anni di vita ai cittadini». Su questi trend i cittadini cercano dati e risposte. Importantissimi, per Mandorino, i 100 milioni stanziati dal governo per potenziare le farmacie rurali». «Serve un consolidamento dei profili formativi - conclude D'Ambrosio Lettieri e spezza una lancia sia per il farmacista sia per il medico di medicina generale, "espropriati" l'uno della distribuzione di farmaci essenziali per l'utenza territoriale e l'altro della possibilità di prescrivere medicinali chiave, non ultimi gli antivirali: «Attività per le quali non ci vogliono premi Nobel, ma che sono indispensabili per realizzare il miglior livello di efficienza nell'erogare cure fuori ospedale». 

Mauro Miserendino