ricercafarmacista33.it - Sono 92 i casi confermati e 28 quelli sospetti di vaiolo delle scimmie (Monkeypox) segnalati all'OMS in 12 Stati del mondo dove la malattia non è endemica
 Sono 92 i casi confermati e 28 quelli sospetti di vaiolo delle scimmie (Monkeypox) segnalati all'OMS in 12 Stati del mondo dove la malattia non è endemica. I Paesi in cui l'Oms ha registrato i casi sono Australia, Belgio, Canada, Francia, Germania, Italia, Olanda, Portogallo, Spagna, Svezia, Regno Unito e Stati Uniti d'America. L'OMS e i suoi partner stanno lavorando per comprendere meglio l'entità e le cause. Il virus è risultato endemico in alcune razze animali in diversi paesi, portando a focolai occasionali tra le popolazioni locali e alcuni viaggiatori. I recenti focolai segnalati finora sono atipici, poiché, secondo l'OMS, si sono verificati in paesi dove non si registra una reale diffusione della malattia. È probabile che vengano segnalati ulteriori infezioni nel momento in cui la sorveglianza si espande.

Diffusione, periodo di incubazione e sintomi
Il vaiolo delle scimmie si diffonde attraverso il contatto ravvicinato e viene trasmesso da una persona all'altra attraverso lesioni, fluidi corporei, goccioline respiratorie e materiali contaminati. Il periodo di incubazione è solitamente compreso tra i sei e i tredici giorni, ma può anche variare da cinque a ventuno giorni. Non esistono ancora studi che identificano la storia del virus e saranno necessari ulteriori studi per identificare l'origine della malattia e la sua circolazione. Il consumo di carne non adeguatamente cucinata proveniente da animali infetti potrebbe essere un ulteriore fattore di rischio. I segnali relativi all'infezione si manifestano attraverso eruzioni cutanee atipiche che progrediscono in fasi sequenziali: macule, papule, vescicole, pustole, croste, allo stesso stadio di sviluppo su diverse aree del corpo. Questi sintomi possono essere associati a febbre, linfonodi ingrossati e dolori muscolari. L'OMS consiglia ai pazienti con sospetta infezione da "Monkeypox" un isolamento co trattamenti specifici fino a quando le lesioni non si sono incrostate, le croste siano cadute e successivamente si sia formato un nuovo strato di pelle.

Focus su persone colpite e sui loro contatti stretti 
Secondo l'OMS una risposta immediata alla propagazione della malattia dovrebbe concentrarsi sulle persone colpite e sui loro contatti stretti. Le persone che interagiscono da vicino con qualcuno che è infetto sono a maggior rischio di infezione: questo include operatori sanitari, familiari e partner. Sulla base delle informazioni attualmente disponibili i casi sono stati identificati principalmente, ma non in forma esclusiva, tra uomini che hanno avuto rapporti sessuali con persone dello stesso sesso. L'OMS raccomanda di aumentare la consapevolezza su "Monkeypox" (vaiolo delle scimmie) e intraprendere la ricerca e l'isolamento completo dei casi con adeguate cure a supporto. Di fondamentale importanza risulterà la tracciabilità e i trattamenti tempestivi per limitare la trasmissione dell'infezione. Per il momento non sono stati segnalati decessi, tuttavia l'entità della diffusione della malattia non è ancora chiara per via di una limitata sorveglianza e potrebbero esserci probabilità di focolai anche in altri paesi non endemici. Storicamente, la vaccinazione contro il vaiolo ha dimostrato di essere protettiva contro "Monkeypox", ma limitata agli adulti, poiché tutta la popolazione di età inferiore ai 40 o 50 anni non beneficia più della protezione offerta dai precedenti programmi di vaccinazione contro il vaiolo. Infatti, c'è poca immunità a "Monkeypox" tra i giovani che vivono in paesi non endemici dove il virus non è stato finora presente.

Per l'Ecdc bisogna alzare il livello d'attenzione: "I Paesi dovrebbero aggiornare i loro meccanismi di tracciamento dei contatti, la capacità diagnostica per gli orthopoxvirus e rivedere la disponibilità di vaccini contro il vaiolo, antivirali e dispositivi di protezione individuale per gli operatori sanitari", è l'indicazione contenuta in una valutazione rapida del rischio pubblicata oggi. L'Ecdc raccomanda ai Paesi dell'Unione europea/Spazio economico europeo di "concentrarsi sulla tempestiva identificazione e gestione dei casi, sul tracciamento dei contatti e sulla segnalazione di nuovi casi di vaiolo delle scimmie". 
Casi in Italia: registrato il quarto in Toscana. Attivo il contact tracing
Per il momento nel nostro Paese è stato segnalato un caso "Monkeypox" in Toscana, il quarto in Italia. Nella nota diffusa dalla Asl Toscana Sud Est si legge che "L'Azienda e Istituto nazionale Spallanzani di Roma informano che un uomo di 32 anni di Arezzo rientrato nei giorni scorsi da una vacanza alle isole Canarie è risultato positivo al vaiolo delle scimmie, ed è ricoverato presso il reparto di Malattie Infettive dell'ospedale San Donato. Si tratta di una persona rientrata in Italia il 15 maggio che ha presentato rapidamente i sintomi della malattia". L'Asl spiega che il trentaduenne "nei giorni tra il 15 ed il 20 maggio non ha avuto contatti con i propri familiari, in quanto l'uomo vive da solo. Il giorno 20 maggio si è fatto visitare dal proprio medico di base che lo ha indirizzato agli ambulatori di malattie infettive". Il paziente è stato "immediatamente preso in carico dai medici del reparto in quanto presentava delle lesioni cutanee inerenti all'infezione del vaiolo delle scimmie". È stato così contattato l'Istituto Spallanzani "per un parere sulle lesioni, confermando il sospetto clinico posto ad Arezzo in quanto risultavano simili a quelle dei tre pazienti da loro ricoverati, oltre all'invio dei campioni per la conferma di laboratorio". I tamponi sono stati inviati il 21 maggio al laboratorio di virologia dello Spallanzani e "il giorno successivo - prosegue la Asl - è stata comunicata la positività di tutti i campioni esaminati". L'Asl "ha provveduto ad individuare tutti i contatti della persona che sono stati raggiunti e per i quali è prevista una sorveglianza sull'insorgenza dei sintomi per i prossimi 21 giorni. I sintomi e segnali da attenzionare sono le lesioni cutanee (vescicole e pustole), febbre, malessere e ingrossamento dei linfonodi".

Nella regione Lazio, l'Assessore alla Sanità Alessio D'Amato, ha dichiarato che al momento "ci sono 15 persone in isolamento da contact tracing nella regione, mentre i casi restano tre e si tratta di pazienti ricoverati allo Spallanzani in buone condizioni cliniche". 

Cristoforo Zervos